Giunto al grande pubblico con un assolo composto per Roberto Bolle, continua ad alimentare il fervore creativo con collaborazioni teatrali e musicali.
Alessandro Quarta, il compositore e violinista che volteggia tra le note. Viene definito il compositore e violinista dal cuore classico e l’anima rock. Ma Alessandro Quarta, classe 1970, non ama le etichette, né del resto ce n'è bisogno. Basta ascoltare, assorti, quello che lui racconta di sé. Basta sentire vibrare la passione per la musica che esplode in ogni sillaba che pronuncia, l’emozione che trasmette quando esalta la semplicità facendo sembrare i suoi virtuosismi, musicali e verbali, un semplice giochino da bambini. Su una cosa non scende a patti: la sua identità.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
So che tieni molto a identificarti come compositore e violinista
Si perché io nasco compositore, ho iniziato come musicista per raggiungere come obiettivo la composizione. Arrivo ad essere solista nel periodo in cui, a metà degli anni 90, il classico veniva da un circuito musicale chiuso. In quegli anni c'è stata un'apertura da parte delle etichette e dei top players, era necessario trovare un nuovo modo di suonare: cambiando i tempi, cambiavano le velocità.
Negli anni 50 un pezzo si poteva eseguire in modo più lento rispetto agli anni 80 in cui era necessario un ritmo più veloce. Ad un certo punto, ho proprio chiesto al settore perché eseguire Mozart o Bach solo in un determinato modo, nessuno di noi era presente nel momento delle composizioni! Con questa intraprendenza, le top players hanno inciso brani, o meglio, hanno deciso di incidere brani in modo diverso. Per quanto riguarda le mie composizioni, posso dire che sono state una scelta coraggiosa.
Tu hai fratelli musicisti
Sì ho due fratelli più grandi di me, Massimo violinista e Patrizia pianista.
In cosa siete diversi?
In tutto! Però abbiamo in comune l'amore per la musica iniettato dai miei genitori che non erano musicisti ma appassionati. Considera che a 7 anni è nata la mia prima composizione per due violini e un piano, una cosa semplice ma molto precoce. Per il resto io sono nato molti anni dopo di loro, quando ero piccolo loro si sono trasferiti a Roma, avevano 16 e 17 anni, quindi li ho conosciuti tardi.
Perché hai scelto il violino?
Ho imparato il violino per poter scrivere la mia musica. I live di Classica e rock mi hanno formato, improvvisare sul palco è una grande scuola. Ma la composizione è la mia origine, ho scritto molte cose per orchestra, per film, per me e per gli altri. Le musiche per Dorian Gray, lo spettacolo di Roberto Bolle mi hanno dato la notorietà come compositore, ma scrivo da sempre!
Sei in tournée con No Limits, mi parli di questo progetto?
È un progetto nato qualche anno fa, che porto sul palco col pianista Giuseppe Magagnino e che ha 2 valenze: perché vedo la musica senza barriere di genere ma pura emozione, e perché c'è dentro tutta la mia esperienza del classico, del rock, del blues e del jazz. Con No Limits e nei prossimi giorni sarò in Umbria al Music Green festival, oltre a Giuseppe con noi il Quintetto ARTeM e per l'occasione ho cambiato titolo: Danzando nel bosco.
Perché questo titolo?
Qualche giorno fa ho scritto di getto questo, te lo leggo:
"Per me l’Umbria è il polmone d’Italia, quel bosco verde che mi ha sempre dato gioia e serenità, tutte le volte che ho suonato in Umbria è stato come un rigenerare la mia essenza. Per la Musica, sin dai Greci fino al Barocco, la danza era fondamentale, e viceversa. Tutte le volte che suono io danzo, perché le note danzano tra loro, creando tempi, frasi, agocica, dinamiche, respiri. Tutto questo lo chiamo emozioni. Suonare in Umbria, per me, è come Danzare nel Bosco, tra le note. Le mie note".
E’ molto sentito quello che hai scritto!
Mi trasmette sensazioni familiari, io sono di Lecce e mi ricorda sapori e odori di casa. Fai una cosa, chiudi gli occhi… immagina di andare a trovare tua nonna, entri dentro casa e lei sta preparando il sugo… senti l’odore, il suono del sugo che bolle nella pentola… ecco, quando vado in Umbria trovo la semplicità che non c’è nemmeno più nella mia Puglia, la semplicità delle cose antiche.
Cosa ti attira e ti spinge a collaborare con le persone?
Sono fortunato, non sono io a cercarle ma vengo cercato. Ad esempio sono stato chiamato da Bolle nel 2018, anno in cui non avevo ancora la fama di oggi. Mi è stato chiesto di comporre una musica di 11 minuti a tema Dorian Gray. Mi sono chiesto e ora che faccio? Nemmeno il tempo di farmi la domanda, ho composto la musica in un giorno e mezzo e l'ho inviata a lui.
Per tre giorni non si è fatto sentire, quando lo ha fatto mi ha detto che era un capolavoro, e abbiamo iniziato a collaborare. E’ stato in quel frangente che ho capito una cosa: che fossi chiamato come solista o in un'orchestra era comunque un privilegio perché volevano suonare con me. In sintesi, questa collaborazione mi ha aperto un mondo perché sprona l'artista ad entrare in quello degli altri. E dico artisticamente perché il lato umano viene dopo quello artistico, non giudico né mi interessa quello che fa l’artista fa nel privato.
Da artista eclettico hai trovato dei limiti nelle collaborazioni?
No, anzi l’essere eclettico mi ha dato modo di lavorare. Nella classica un po' di limiti si, ma per fortuna stanno cambiando alcune cose, in questo modo si ha la possibilità di avvicinare più giovani alla musica. Anche il semplice salire sul palco senza l’obbligo dell’outfit elegante ad esempio! Devo dire che in questo, nel portare innovazioni, molti direttori artistici mi hanno ascoltato.
Altri progetti in corso?
A fine settembre verrà presentato in prima mondiale a Cremona il progetto I 5 Elementi. Cinque elementi perché ho aggiunto l'Etere come da tradizione greca; rappresenta gli dei, le stelle, da forza a tutti gli altri quattro.
Quando stavo scrivendo il Fuoco mi è arrivata la seconda richiesta da Roberto Bolle (dopo il successo mondiale di Dorian Gray) ossia un lavoro per Bolle & Friends 2023. Ho deciso di dedicargli l’Etere per rappresentare la bellezza. Inoltre sono in tournée a teatro con Alessio Boni in L’uomo che oscurò il Sole, uno spettacolo sulla vita di Molière e in inverno si registra il nuovo album del compositore Alessandro Quarta. Arriva prima il compositore, poi viene il violinista Alessandro Quarta!